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- W137149004 abstract "Giuseppe Conte, giovane degli anni Ottanta, aveva rivelato il suo pieno potenziale di poeta nel 1979 con il suo primo volume di poesie, L'ultimo aprile bianco. (1) Da allora e stato autore di molti altri libri di poesia, critica, viaggi, e di romanzi, Il primo di questi, Primavera incendiata del 1980, (2) anticipa gia motti, se non tutti, i suoi temi futuri e la sua vigorosa vocazione mitica, o meglio di ricerca appassionata del senso piu profondo e cosmico della nei e tramite i miti. Vocazione che, se ne ha forgiato uno stile guadagnandogli un preciso e sicuro spazio sulia scena letteraria degli ultimi quindici anni. ne ha pero anche sottolineato l'eccentricita. In un suo saggio. Forme simboliche del romanzo del Novecenio, (3) Giorgio Barberi Squarotti traccia lo sviluppo del romanzo novecentesco italiano d'impianto simbolico all'insegna della malattia e del viaggio; malattia, che e della societa e della storia prima ancora che dell'individuo, e viaggio che piu che nello spazio avviene nel tempo e mira, ripercorrendo in senso inverso eta che separano l'uomo moderno, della civilta industriale e della tecnologia, dalle origin (p. 121), al recupero ed alla rivisitazione del mito: miti di fecondita, di sangue e di sacrficio umano, di natura ritrovata, di riconquistato contatto con la terra e con la mitica madre primigenia, che sa i segreti della vita (p. 121). In questa sparuta ma vivace compagine di scrittori, che annovera tra gli altri - secondo Barberi Squarotti - autori tanto diversi quail D'Annunzio, Pavese, Landoifi e Calvino, non sarebbe fuor di luogo collocare anche Giuseppe Conte, che del viaggio alla scoperta di terre lontane e dei territori piu inesplorati della propria interiorita ha fatto la sua principale occasione di stimolo e di scrittura: Viaggiare e sempre stata per me l'esperienza piu forte e irradiante: quella piu vicina al senso dell'amore, e quella piu capace di simbolizzare il processo morte-rinascita, di portarmi sul confine tra il visibile e l'infinito. [...] E talvolta, come i veri viaggiatori di cui parla Baudelaire, queili che partono/per partire, ho anchio scelto innanzi tutto di mettermi in movimento per cogliere l'essenza dei miei desideri e della mia vita. (4) Ne, d'altra parte, l'altro grande polo della scrittura simbolica novecentesca individuato da Barberi Squarotti, la malattia, e assente nei libri di Conte. Anzi, proprio dall'acuta consapevolezza della frattura interiore dell'uomo contemporaneo, a cui corrisponde quella altrettanto profonda tra uomo e natura, che deriva il senso dell'appassionata ricerca mitica contiana. Il senso della fine di un'intera civilta, quella del mondo occidentale, percorre ossessiva l'opera di Conte a partire dall'esordio poetico dell'Ultimo aprile bianco fino all'ultimo suo romanzo, Fedeli d'amore, (5) di recente pubblicazione, pur prendendo ovviamente forme e moduli diversi nella produzione lirica rispetto a quella in prosa. Per capire il senso della scrittura di Conte e poterla collocare all'interno del canone narrativo odierno in Italia, e indispensabile approfondire l'idea di mito che la ispira. La definizione di mito, che Conte fornisce in Terre del mito, ne rivela anche l'idea programmatica per la sua stessa opera di scrittore: [...] il mito mi si mostrava sempre piu chiaramente come una forma di conoscenza: non un repertorio di belle favole antiche, ma una corrente di energia spirituale che restituisce all'uomo cio che scienza, storia, ideologia tentano invano di occultare: la memoria delle origini, la divinita della natura, la tragicita dell'eroismo, il sapere dell'anima e del destino. Il mito [...] mi era apparso [...] una forza eternamente presente, vivente. (pp. 1-2) E se il mito e conoscenza e l'arte e mito che diventa segno, allora anche l'arte e soprattutto conoscenza che filtra attraverso i simboli mitici. L'arte - sostiene ancora Conte - non dovrebbe solo registrare l'inferno della crisi, ma aprire le porte che escono dall'inferno della crisi, per arrivare ad un ordine che e sempre, per noi, l'ordine del mito, di un mito inteso come conoscenza sovratemporale. …" @default.
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