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- W2100529131 abstract "Con il tema di «ecolalia» si fa riferimento alla ripetizione «ad eco» – che puo essere immediata o posticipata – di espressioni verbali pronunciate da altre persone. Questo comportamento e, come noto, un tratto caratteristico e problematico dell’autismo. Questa ricerca si colloca nel filone della «compensione del valore funzionale e comunicativo» dei comportamenti problema e ha preso in esame le differenze nell’uso dell’ecolalia immediata in bambini autistici a diversi stadi di sviluppo linguistico. Furono videoregistrate le sessioni di gioco con i genitori e con un esaminatore di 18 bambini autistici di eta compresa tra i 4 e i 12 anni. In questo modo vennero raccolti dati relativi alla frequenza dell’ecolalia (cioe quanto spesso l’ecolalia si verificava), alla percentuale del linguaggio ecolalico (cioe alla proporzione di ecolalia rispetto al totale della produzione verbale) e alle funzioni dell’ecolalia (cioe a quali scopi evidenti l’ecolalia poteva servire: ad esempio per autoregolamentare il proprio comportamento, per chiedere qualcosa agli altri, per attirare l’attenzione, e cosi via). L’ipotesi qui sostenuta e che queste variabili quantitative e qualitative del comportamento ecolalico fossero correlate allo sviluppo psicolinguistico del bambino autistico, vale a dire che ci fosse differenza di produzione ecolalica in rapporto al grado di sviluppo delle abilita linguistiche. La frequenza dell’ecolalia immediata, variava con il variare del livello dell’espressione verbale, con i valori piu elevati corrispondenti ad uno sviluppo linguistico intermedio, ne troppo limitato ne troppo avanzato. Invece la percentuale di linguaggio ecolalico era elevata a livelli bassi di sviluppo linguistico ma decresceva col migliorare delle abilita espressive. Non fu trovata inoltre alcuna relazione significativa tra il numero delle funzioni comunicative attivate attraverso l’ecolalia ed il livello linguistico, l’eta cronologica e l’eta mentale non-verbale. L’ecolalia e comunemente definita come la ripetizione senza apparente senso delle parole pronunciate da altre persone. Essa si manifesta nel 75% della popolazione di bambini autistici (Rutter, 1968). Il confronto tra le caratteristiche del linguaggio dei bambini autistici e di quelle dei bambini normali evidenzia, di solito, marcate differenze nell’uso di questa modalita di comunicazione. Da molti anni diversi ricercatori hanno cominciato ad esaminare il linguaggio autistico utilizzando come schema di riferimento i normali processi di acquisizione del linguaggio. Cio ha portato ad una riconcettualizzazione da parte di molti autori dell’utilita o della possibile funzione comunicativa svolta dall’ecolalia nelle persone autistiche. I ricercatori stanno ora cominciando a guardare alle somiglianze o alle relazioni tra l’ecolalia autistica e l’imitazione verbale dei bambini normali nel corso dello sviluppo del linguaggio. Philips e Dyer (1977), hanno confrontato l’ecolalia autistica e l’imitazione verbale nei bambini piccoli, suggerendo che l’ecolalia non sia altro che una comparsa piu ritardata della normale imitazione verbale. Prizant (1983) ha compiuto un confronto analogo ed ha postulato che l’ecolalia immediata rappresenta una forma estrema di utilizzo globale, quasi indifferenziato, del linguaggio e dell’imitazione, quale si puo osservare nei bambini normali (si veda Nelson, 1981, per una rassegna degli stili di elaborazione del linguaggio). Egli ha suggerito che a causa di deficit linguistici e di una preferenza per uno stile di utilizzo globale del linguaggio, i bambini autistici devono spesso affidarsi a espressioni verbali prese a prestito da altri per potersi esprimere. E tipico di questo stile globale, infatti, non analizzare tali espressioni ne comprenderle pienamente. Basandosi su questo argomento, Prizant e Duchan (1981) hanno analizzato il linguaggio ecolalico di quattro bambini autistici cercando di coglierne il valore funzionale (cercando cioe di capire a cosa serviva 2" @default.
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