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• W259969469 abstract "RIASSUNTOL'Autore prende in esame gli effetti citologici indotti dalle radiazioni ultraviolette culle cellule apicali delle radici di Scilla obtusifolia Poir., che come è noto (MARTINOLI, 1949) è una specie a cariagramma semplice perchè fornita di 2n = 8.Gli apici radicali sono stati sottoposti ad una sorgente di radiazioni ultraviolette, senza filtri, prodotta dalla Burdick Corporation Milton Wisconsin. I trattamenti durarono da 5′ a 30′ e furono continui o frazionati, in temperatura ambiente da 14° a 18° ed investirono soltanto le radici bene sviluppate.Le curvature osservate non furono studiate dal lato cito-istologico poichè l'Autore si è riservato di farne uno studio particolareggiato; furono invece prese in considerazione le malformazioni cromosomiche che si possono riassumere nelle seguenti forme: 1) Inibizione della mitosi per lungo tempo a tutte le differenti irradiazioni sia continue che frazionate;2) Notevoli fenomeni di agglutinazione, scarsa facoltà di frammentazioni cromosomiche e generalmente interessanti il centromero della coppia A e, raramente, della coppia B;3) Scarsa ed imprecisa induzione di c-mitosi;4) Ponti anafasici poco numerosi e formati per lo più dalle coppie A e B;5) Fenomeni di ricupero e restituzione molto accentuati nel periodo che va dalla metafase all'ana-telofase, tanto che le telofasi sembrano normali;6) Mancanza di micronuclei e di frammenti alla telofase.I fenomeni sopradescritti hanno indotto l'Autore, che ha precedentemente studiato gli effetti dei raggi X sulle cellule apicali delle radici di Scilla obtusifolia, a paragonare gli effetti prodotti dalle radiazioni ionizzanti con quelli prodotti dalle radiazioni ultraviolette.Dai risultati ottenuti risulta che i raggi ultravioletti, anche perchè meno penetranti, agiscono in modo del tutto differente dalle radiazioni ionizzanti in quanto queste procurano numerosissime frammentazioni, fenomeni c-mitotici e la formazione di micronuclei.Uno dei fenomeni principali osservati' nelle induzioni citologiche prodotte da raggi ultravioletti è l'allungamento dei' cromosomi sia alla profase, clie alla meta- anafase e perciò ritardano la spiralizzazione, che prolunga la metafase. Questo fenomeno non è stato osservato con i trattamenti a raggi X, anzi l'Autore ha osservato che, assieme alle fratture cromosomiche prodotte da raggi X, si nota un accorciamento dei cromosomi. L'allungamento osservato è in contrasto con quanto ha dimostrato SWANSON (1942), il quale ha notato che i raggi ultravioletti procurano un accorciamento dei cromosomi. È vero che SWANSON ha sottoposto alle radiazioni granuli pollinici di Tradescantia, mentre l'Autore ha sottoposto alle radiazioni delle radici nelle quali il fenomeno della penetrabilità delle radiazioni è maggiormente sentito. Questa ragione ha suggerito all'Autore di prolungare fino a 30′ i trattamenti.I raggi ultravioletti hanno invece in comune con i raggi X l'azione sul centromero della coppia A e, talvolta, anche nel centromero della coppia B. È nota la configurazione del tutto particolare della coppia A (MARTINOLI, 1949) e l'accumulo di eterocromatina nella regione centromerica della coppia A dove i raggi X quanto i raggi ultravioletti producono delle fratture (misdivisiori) mostrando delle pastre cromosomiche formate da S cromosomi + 2 frammenti. Con i raggi X metafasi simili sono molto numerose; mentre con i raggi ultravioletti la frequenza di queste figure è ridotta." @default.
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